Inevitabilmente per condizionamento secolare, sia che si consideri la Bibbia un libro Sacro o una reale cronistoria, tutti la collochiamo automaticamente nei luoghi geografici dove risiedono ancora oggi i popoli protagonisti delle vicende narrate: l’area mediterranea-mediorientale. Ma dopo una breve premessa il lettore viene letteralmente “preso per mano” e accompagnato nel mondo baltico con una chiave di lettura basata sui testi biblici, dalla Genesi fino ad arrivare al momento in cui gli autori ipotizzano sia avvenuto il trasferimento del popolo di Israele in Medioriente.
Partendo dalla Genesi sono stati individuati nel Baltico i luoghi dell’Eden biblico, un’area dove la toponomastica restituisce non solo il contesto geografico del giardino biblico ma, distanti poche decine di km una dall’altra, anche una serie di nomi di divinità appartenenti ad altre mitologie legate al concetto di fertilità, ad esempio Inari, divinità giapponese della fertilità e dell’abbondanza, che ha come simbolo una volpe bianca artica.
Non lontano da Inari, si estende il lago di Menes (Menesjarvi, appunto lago di Menes), nome del faraone della I dinastia unificatore delle due terre d’Egitto, chiamato anche “Men” da Erodoto, nome a sua volta attribuito alla divinità maschile della fertilità egizia Min.
I versetti Gen 2,8-14 forniscono una serie di indicazioni geografiche di questo luogo. Quattro fiumi scorrono su quelle terre.
8 Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l’uomo che aveva plasmato. 9 Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male. 10 Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di lì si divideva e formava quattro corsi. 11 Il primo fiume si chiama Pison: esso scorre intorno a tutto il paese di Avìla, dove c’è l’oro 12 e l’oro di quella terra è fine; qui c’è anche la resina odorosa e la pietra d’ònice. 13 Il secondo fiume si chiama Ghicon: esso scorre intorno a tutto il paese d’Etiopia. 14 Il terzo fiume si chiama Tigri: esso scorre ad oriente di Assur. Il quarto fiume è l’Eufrate.
In merito ai passi sopracitati, nella Bibbia Cei sono riportate le seguenti note:
“Eden non si può localizzare”
“Più che un luogo il termine indica una condizione di armonia nella quale è posto l’uomo”
Per prima cosa ricordiamo che ogni testo andrebbe letto in lingua originale e avendo ben chiaro questo concetto proseguiamo nella lettura del libro:
Tale territorio (n.d.r. Eden) trova parziale riscontro nel villaggio di Avvil, citata in Genesi come Avila, distante 100 km dal lago Node, dislocato al di là del confine con la Russia.
Il Node richiama la “regione di Nod” dove si rifugiò Caino in seguito alla cacciata dall’Eden; nell’area russa vi sono poi ulteriori luoghi chiamati Not (ad esempio la città di Nöteborg e il lago Notozero) che potrebbero essere l’eco dell’arcaico nome di quella regione.
Intorno ad Avvil-Avila scorre, circondandola completamente il fiume Ivalo (corrispettivo finlandese del nome lappone di Avvil), nel quale ancora oggi si trova oro, estratto anche dalle miniere di Tankavaara, a 50 km di distanza; la resina odorosa potrebbe indicare l’ambra, resina fossilizzata delle conifere, che emana un gradevole profumo quando bruciata>
Adamo e i popoli nordici
Gli autori ci fanno notare che il nome Adamo, secondo le lingue nordiche, alluderebbe a “colui che è stato domato” e inoltre secondo la tradizione ebraica l’appellativo “plasmato dalla terra”, “uomo polvere”, “uomo rosso” calzerebbe a pennello con gli antichi nativi scandinavi, i Sami come dimostrato da un ritrovamento della famosa “sciamana”, rinvenuta nei primi anni Ottanta a Skateholm in Svezia datata dall’archeologia ufficiale al 5.000 a.C., occhi chiari e pelle rossastra, come stabilito da studi genetici effettuati.
Al confine con la Svezia vivono tutt’ora i Sami Lule, il cui nome richiama il Lulu, il “miscelato” dei racconti sumeri-accadici, corrispettivo sumero dell’Adamo biblico.
Interessante un commento riportato di un geografo e diplomatico svedese, Jakob Gräberg (1776/1847), che definisce i Sami “piccoli male fatti e bizzarramente vestiti” mentre riferendosi ai Finlandesi rileva che questi ultimi sono “più grandi e meno neri di questi“, come non pensare ancora una volta ai testi Sumero –accadici dove i primi uomini definivano se stessi “il popolo dalla testa nera” per distinguersi dagli alti e possenti dèi arrivati via mare.
Ancora una volta una stirpe proveniente da luoghi sconosciuti, con capelli chiari e fisico possente arriva in una zona già occupata da nativi di pelle rossastra.
3000 anni di storia biblica
Fatti storicamente accertati, nomi di popoli tramandati da storici illustri, morfologia del territorio e racconti biblici concordano con precisione delineando un quadro in cui gli eventi si susseguono nello spazio e nel tempo in modo lineare e ponendosi in relazione uno con l’altro.
Già nel loro precedente libro Gli déi baltici della Bibbia, gli autori avevano portato all’attenzione del lettore come descrizioni geografiche presenti nella Bibbia abbiano riscontri precisi nel Nord Europa, dove erano riusciti a rintracciare itinerari ritenuti ”non identificabili” nei territori geografici mediorientali persino dagli esegeti biblici, non solo esplicitamente citati, ma supportati da siti archeologici che si coniugavano in modo preciso alle vicende narrate nel racconto biblico.
Come una naturale prosecuzione nel nuovo libro gli autori aggiungono riscontri geografici, storici, mitologici e genetici, accompagnandoli con riscontri linguistici che sottolineano convergenze tra termini biblici e lingue locali.
Molto interessante l’idea di supportare la collocazione nordica interpretando secondo lingue locali, termini originali usati dagli antichi autori e mai tradotti dagli esegeti perché mai compresi, come nomi propri di persona, luoghi, divinità, appellativi e termini vari, indicando così l’estremo Nord Europa come luogo sicuramente noto e forse d’origine di popoli radicati oggi in area mediterranea-mediorientale.
Se si accetta la visione nordica proposta nel libro, la Bibbia diventa veramente un testo storico, una preziosa testimonianza che dà voce a terre rimaste mute per molti millenni .
Qualche esempio
Permetti che io passi di là e veda la bella terra che è oltre il “Giordano” e questi bei monti e il Levanon
Deuteronomio, 3,25
Con la guida del libro, le parole di Mosè, se poste in relazione ai territori baltici, saranno finalmente chiare, così come l’enigmatica esclamazione di Giuseppe “Abrech”, mai tradotta poiché non ha significato in ebraico, ma tradotta in germanico antico esprime un concetto molto coerente con la situazione.
Osservando le cartine proposte nel libro, possiamo constatare come con il trascorrere del tempo gli Israeliti conquistarono territori sempre più ampi fino ad arrivare all’attuale zona di Tollense, in Germania, dove è stato ritrovato il sito di una enorme battaglia dell’età del Bronzo, un sito che è stato definito dagli archeologi capace di “riscrivere la storia dell’età del Bronzo Nordico”. (https://www.larazzodeltempo.it/2020/tollense/).
Questo ci dà la possibilità di seguire su Google Earth gli itinerari delle vicende descritte con dovizia di particolari nei libri di Esodo e Deuteronomio, proseguendo con il libro di Giosuè dove nei primi passi Yahweh ribadisce la propria volontà con precise indicazioni geografiche.
Potremmo continuare, molte sono le convergenze proposte davanti alle quali è praticamente impossibile chiedere gli occhi, tutto ripetiamo, è molto coerente ma preferiamo rimandarvi alla lettura del libro che saremmo felici di commentare al più presto insieme a voi.
Il libro La Bibbia Il Regno del Nord non solo ci ha lasciato stupiti, ma ci ha permesso di provare a rispondere a numerosi interrogativi storici perché il grande libro della storia non è mai definitivo e bisogna essere disposti a non dare mai per scontato nulla e ad aggiungere aggiornamenti e nuovi capitoli costantemente sulla base delle nuove scoperte.