Sono appena tornato da un incredibile viaggio attraverso la Toscana e l’Italia centrale, durante il quale ho avuto l’opportunità di visitare nuovamente l’affascinante sito di Cosa, affacciato sul mar Tirreno e sul Monte Argentario.
L’antica città di Cosa è circondata da 1,5 chilometri (1 miglio) di mura poligonali costruite con enormi blocchi di calcare perfettamente incastrati tra loro per raggiungere un’altezza di quasi 8 metri.
Le prime fonti scritte su Cosa risalgono al 273 a.C., quando i romani stabilirono una colonia sul sito di quella che era certamente già una città molto antica.
Sebbene la costruzione delle mura megalitiche di Cosa sia solitamente attribuita ai romani, la loro origine potrebbe infatti precedere l’occupazione romana di diverse centinaia, o addirittura migliaia di anni.
I romani sembrano essersi appropriati di un sito molto più antico, come è evidente dall’aggiunta di torri alle originarie mura megalitiche (che, nella loro forma originale, erano prive di torri o di altre caratteristiche ovviamente difensive).
A Cosa, come in molti altri siti megalitici dell’Italia centrale, come Alatri, Norba e Segni, la sommità dell’Acropoli era occupata da una grande piattaforma a gradoni costruita con enormi pietre poligonali ad incastro, che probabilmente fungeva da altare e potrebbe essere stata utilizzata per osservazioni astronomiche.
In cima a questa piattaforma i romani costruirono un grande tempio (o Capitolium) dedicato alla Triade Capitolina. Il tempio è notevole in quanto mostra almeno tre diversi stili di muratura appartenenti a tre epoche di costruzione completamente diverse. Le prime fondamenta sono costituite da enormi blocchi di pietra poligonali e sono ancora in gran parte intatte. Su queste fondamenta fu poi edificato un tempio in stile etrusco, caratterizzato da una muratura regolare di piccoli blocchi di tufo rettangolari. Infine, il tempio tardo romano, le cui mura sono ancora visibili a notevole altezza, fu costruito con pietre più piccole cementate insieme.
Altrove, come nell’area del Foro, è evidente anche il riutilizzo di precedenti strutture megalitiche da parte dei romani. Un esempio particolarmente notevole è una vasta cisterna o serbatoio, che potrebbe essere stata un tempo coperta da un tetto, in parte scavato nella roccia naturale e in parte delimitato da un enorme muro megalitico di grandi pietre poligonali.
Vicino c’è Cosa, che probabilmente doveva controllare un’altra misteriosa struttura megalitica conosciuta come la “Tagliata”, un immenso canale scavato nella roccia e galleria d’acqua che molti ipotizzano possa essere stato progettato con lo scopo di collegare il Monte Argentario (allora un’isola al largo della costa della Toscana) alla terraferma per mezzo di una diga lunga 7 chilometri.
http://www.comune.amelia.tr.it/mura/foto.php
qui si vedono ancora meglio le mura di Amelia
sono uguali alle mura poligonali di Amelia (TR)… che ci sia qualche legame????
http://www.comune.amelia.tr.it/mura/index.php