Uno dei prodotti più strani e meravigliosi dell’evoluzione è l’osso del pene o baculum.
Il baculum è un osso extra-scheletrico, il che significa che non è attaccato al resto dello scheletro ma invece galleggia delicatamente all’estremità del pene. A seconda dell’animale, le dimensioni dei baculi vanno da meno di un millimetro a quasi un metro di lunghezza e in forma, variando da spine aghiformi a forchette come rebbi.
I bacula si trovano in alcune specie di mammiferi, ma non in tutti.
È assente nell’uomo, ma è presente in altri primati, come il gorilla e lo scimpanzé. L’osso è situato nell’uretra maschile e favorisce il rapporto sessuale mantenendo la rigidità durante la penetrazione.
Clellan S. Ford e Frank A. Beach nel testo Patterns of Sexual Behavior (1953), a pagina 30 affermano che “Sia gorilla che scimpanzé possiedono l’osso penico. In quest’ultima specie l’osso penico si trova nella parte inferiore dell’organo e misura circa 19,05 mm.”
La maggior parte dei maschi primati ha un baculum, quindi gli esseri umani sono una stranezza in quanto non ne hanno uno. In una manciata di circostanze straordinarie i maschi umani hanno formato ossa nei tessuti molli all’estremità dei loro peni, ma questa è un’anomalia rara, piuttosto che un baculum.
Quando si è sviluppato
In un nuovo studio, pubblicato su Proceedings of the Royal Society B, è stato esaminato come il baculum si è sviluppato nei mammiferi studiando come è distribuito tra specie diverse alla luce del loro modello di discendenza (noto come filogenetica).
È stato dimostrato che il baculum si è evoluto per la prima volta dopo che i mammiferi placentari e non placentari si sono separati, circa 145 milioni di anni fa, ma prima che si evolvesse il più recente antenato comune di primati e carnivori, circa 95 milioni di anni fa.
La ricerca mostra anche che l’antenato comune di primati e carnivori aveva un baculum. Ciò significa che qualsiasi specie in questi gruppi senza un baculum, come gli umani, deve averlo perso nel corso dell’evoluzione.
Funzione del baculum
Viene spontaneo chiedersi perché un animale dovrebbe aver bisogno di un osso nel pene?
Gli scienziati hanno escogitato alcune teorie sul motivo per cui potrebbe essere utile un baculum.
In alcune specie, come i gatti, la femmina non rilascia gli ovuli fino a quando non si accoppia, e alcuni sostengono che il baculum possa aiutare a stimolare le femmine e innescare l’ovulazione.
Un’altra teoria è quella dell’attrito vaginale che essenzialmente sostiene che il baculum agisce come un calzascarpe, consentendo a un maschio di superare qualsiasi attrito e di schiacciarsi in una femmina.
Infine, è stato proposto che il baculum aiuti a prolungare l’intromissione, altrimenti nota come penetrazione vaginale, insomma una specie di “blocco”, un modo, per un maschio, di impedire a una femmina di sgattaiolare via e di accoppiarsi con qualcun altro prima che il suo sperma abbia avuto la possibilità di operare la magia.
È stato scoperto, inoltre, che durante l’intero corso dell’evoluzione dei primati, avere un baculum era collegato a durate di intromissione più lunghe (oltre i tre minuti). Inoltre, i maschi delle specie di primati con una durata di intromissione più lunga tendono ad avere baculi molto più lunghi rispetto ai maschi delle specie in cui l’intromissione è breve.
Il baculum del tricheco, che potrebbe essere facilmente scambiato per un bastone lungo 60 cm, è circa un sesto della lunghezza del corpo, mentre il piccolo baculum lungo un centimetro del lemure dalla coda ad anelli è solo circa un quarantesimo della sua lunghezza corporea.
Un’altra scoperta interessante è stata che i maschi delle specie che affrontano alti livelli di competizione sessuale per le femmine hanno baculi più lunghi di quelli che affrontano livelli inferiori di competizione sessuale.
Ma per quanto riguarda gli umani?
Se l’osso del pene è così importante per competere per una compagna e prolungare la copulazione, perché non ne abbiamo uno?
È stato ipotizzato che, nonostante sia presente in specie affini come gli scimpanzé, l’assenza dell’osso negli esseri umani sia dovuta all’evoluzione di un sistema di accoppiamento in cui il maschio tende ad accoppiarsi con un’unica femmina per cercare di garantire la paternità dei suoi figli, cosa che consente frequenti accoppiamenti di breve durata. Le osservazioni effettuate suggeriscono che i primati dotati di osso penico incontrano le femmine di rado, e per questo tendono ad accoppiarsi per periodi più lunghi, grazie al baculum, in modo da massimizzare le possibilità di garantire la paternità della prole. Le femmine umane hanno inoltre l’ovulazione nascosta, che rende quasi impossibile stabilire quando la femmina è fertile, così sono necessari frequenti accoppiamenti per assicurare la paternità.
Il biologo evoluzionista Richard Dawkins ipotizzò nel 1989 che la perdita di tessuto osseo negli esseri umani è il risultato della selezione sessuale, che dà alle donne un segnale di buona salute dei potenziali compagni. Negli esseri umani, la rigidità dell’erezione è fornita interamente dalla pressione esercitata del sangue nei corpi cavernosi: il fatto che il pene umano faccia affidamento esclusivamente a mezzi idraulici per raggiungere uno stato rigido lo rende particolarmente vulnerabile alle variazioni della pressione sanguigna. Una funzione erettile limitata può essere indice non solo di carenze nello stato fisico, dovute per esempio al diabete o a malattie neurologiche, ma anche di uno stato mentale compromesso da stress e depressione.
Un terzo punto di vista è che la perdita del baculum negli esseri umani è stato un effetto collaterale della neotenia; a supporto della tesi si fa notare che i feti degli scimpanzé in fase avanzata non hanno il baculum.
Cosa significa neotenia ce lo spiega il dr. Pietro Buffa:
“viene definito neotenia il fenomeno evolutivo per cui negli individui adulti di una specie permangono caratteristiche morfologiche e fisiologiche tipiche delle forme giovanili.”
“Negli esseri umani, la neotenia si manifesta nella somiglianza di molte caratteristiche fisiologiche di un essere umano con uno scimpanzé fetale in fase avanzata. Queste e molte altre caratteristiche definiscono la relazione anatomica tra scimmia e uomo come la neotenia di quest’ultima”
Abbiamo ogni giorno sotto gli occhi una grandissima varietà di specie viventi che non sono il risultato di una esclusiva evoluzione naturale ma di una attività manipolatoria dell’uomo che ha affiancato e a più riprese guidato, il naturale processo bio-evolutivo di molti organismi. Attraverso un processo di selezione artificiale protratto nel tempo, l’uomo ha fatto emergere e reso costitutive in vari organismi caratteristiche comportamentali e fisiche, di cui erano privi i rispettivi progenitori selvatici, producendo animali mansueti, assoggettati nei suoi confronti e gestibili. (Per approfondimenti invitiamo alla lettura di Resi Umani e I geni manipolati di Adamo di Pietro Buffa).
La Costola di Adamo
Alla luce degli studi del dottor Pietro Buffa sulla neotenia ci chiediamo se questo possa essere una ulteriore prova a sostegno di tale tesi, ma soprattutto, se il termine “costola” nel racconto biblico ebraico di Adamo ed Eva (Genesi 2: 21-23) possa essere in realtà un’errata traduzione di un eufemismo per baculum, e la sua rimozione da Adamo sia un mito atto a spiegare l’assenza dell’osso negli esseri umani, nonché la presenza del rafe perineale, che sarebbe citato nel racconto come “cicatrice”!!
La nostra opinione è che Adamo non abbia perso una costola nel creazione di Eva.
Qualsiasi persona può controllare su un libro di anatomia, il numero di costole è uguale in entrambi i sessi. Inoltre, le costole mancano di elementi intrinseci di capacità generativa. Pensiamo che sia molto più probabile che fosse il baculum di Adamo ad essere stato rimosso per fare Eva. Questo spiegherebbe perché i maschi umani ne sono privi.
Potrebbe la perdita del Baculum avere a che fare con l’assunzione di tutta una serie di cambiamenti avvenuti nell’evoluzione degli ominidi, ad esempio postura eretta, sviluppo di mani e dita ecc.
Baculum è un aspetto interessante dell’indagine evolutiva. Certamente sarà difficile ottenere una risposta, soprattutto in considerazione della scarsità di prove scheletriche. Non si ha conoscenza di un baculum tra i resti fossili di ominidi.
La domanda su come l’Homo sapiens abbia perso il baculum, è molto intrigante e occuperà gli studiosi per ottenere dati e fatti per arrivare alla fine ad una ragionevole ipotesi.
Un problema di esegesi testuale e di difficoltà interpretativa
Il testo biblico in Genesi 2: 21- 23 descrive la creazione della donna come uscita da una costola di Adamo.
Il sostantivo ebraico צלע tradotto come “costola”, “tzela” (tzade, lamed, ayin), può effettivamente significare costola e si trova esattamente 40 volte nel testo ebraico.
Esaminando tutti i riferimenti ed il loro contesto la parola צלע (tzela) con il significato di “costola” la troviamo solo in Genesi 2:21-22.
In tutti gli altri casi il testo ed il contesto obbligano ad una traduzione che alternativamente può essere lato, parte, divisione, metà, mai costola!
In 2 Samuele 16:13 significa “la costa di una collina”, in 1 Re 6: 5,6 è il lato che racchiude il tempio come costole, così come in 1 Re 6:15,16 denota colonne di alberi, come cedri o le assi di edifici e porte.
È interessante notare che l’ebraico biblico, a differenza del successivo ebraico rabbinico, non aveva alcuna termine tecnico per indicare “il pene” e si riferisce ad esso attraverso molti circonlocuzioni.
La parola costola non risulta neppure nella traduzione greca dall’Antico Testamento, la Septuaginta, che traduce con il termine πλευρά (pleura) che non significa costola ma lato, fianco. Il testo è utilizzato solo 10 volte in tutta la bibbia di cui 6 nell’Antico Testamento e 4 nel Nuovo Testamento, anche qui a parte Genesi 2:21, mai lo ritroviamo con il significato di costola, ma sempre con il senso di lato o parte.
La sola traduzione antica che traduce costola è “la Vulgata” che traduce con il termine “costis” chiaramente costola, e lo si ritrova solo in Genesi 2:21. Ciò significa che il traduttore trovandosi davanti al testo צלע (tsela), lo ha interpretato e non ha considerato tutti i 40 testi ed il loro contesto per trarre il suo significato.
È evidente che le traduzioni delle lingue moderne (inglese, francese, spagnolo, tedesco, italiano ecc….) nel tradurre questo testo si sono rifatte la testo latino e non hanno fatto un’analisi di tutti testi nel loro contesto.
Alla luce di questa riflessione testuale siamo certi che il testo non dovrebbe essere tradotto diversamente e ed avere quindi un significato assai diverso?
La cicatrice
Inoltre, Genesi 2:21 contiene un altro dettaglio eziologico:
21 Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto.
Questo dettaglio spiegherebbe il particolare segno visibile sul pene e scroto di maschi umani: il rafe perineale.
Nel pene umano e nello scroto, i bordi delle pieghe urogenitali si uniscono sul seno urogenitale (scanalatura uretrale) per formare una cucitura, “il rafe perineale”, appunto. L’origine di questa “cucitura” (perché come qualsiasi mamma ha potuto notare cambiando il pannolino del proprio bimbo, appare come una cicatrice) all’esterno dei genitali potrebbe spiegare la storia della chiusura di Adam’s ̄ esh.
Così ancora una volta, la ferita associata alla generazione di Eva è collegata al pene di Adamo e non alla costola.
Una costola non ha nessuna possibilità di essere associata mitologicamente o simbolicamente con un atto umano creativo. Pertanto, il letterale uso metaforico ed eufemistico della parola tzela rende il baculum un buon candidato per il singolare osso preso da Adamo per generare Eva.
Inoltre secondo alcuni testi rabbinici la parola costola la troviamo nella Bibbia solo in un altro testo dove la lingua originale non è l’ebraico צלע (Tsela), ma l’aramaico hala, un termine totalmente diverso.
Oosik
L’esistenza del baculum è nota alle culture tradizionali.
Oosik è un termine usato dai nativi dell’Alaska per descrivere il baculum del tricheco, della foca, del leone marino, e dell’orso polare. Il baculum di questi grandi carnivori settentrionali, viene lucidato e talvolta scolpito per essere rivenduto ai turisti. I baculum fossili lunghi circa 60 cm, vengono lucidati e usati come manici per coltelli e altri strumenti.