Recenti test effettuati su Takabuti, una delle mummie egizie più studiate, esposta al Museo Ulster di Belfast, hanno rivelato risultati inaspettati che gettano nuova luce non solo sulla sua storia, ma su quella dell’Antico Egitto, la terra di KEM.
Il sarcofago della mummia è stato portato all’Ulster Museum di Belfast dall’egittologo Thomas Greg nel 1834. Ora gli scienziati sono finalmente riusciti a risolvere il mistero dell’antica mummia. In occasione del 185° anniversario della sua scoperta, un team di ricercatori della Royal University di Belfast ha rivelato nuovi risultati sconcertanti su questa misteriosa donna dai capelli chiari e ricci.
Visse 2600 anni fa, alla fine della XXV dinastia, figlia di un sacerdote di Amon (come spiega il sito di storia irlandese Stair na hÉireann), la giovane principessa fu pugnalata, morendo prematuramemte all’età di 20 anni, e dal suo DNA è emerso che: «L’H4a1 in Takabuti è relativamente raro, in quanto, a mia conoscenza, non è presente negli antichi egizi, né tanto meno tra gli egiziani moderni. I miei risultati concordano con altri studi in corso, che mostrano caratteristiche geneticamente caucasiche», spiega la genetista Konstantina Drosou sulla rivista della Manchester University. I suoi capelli si sono rivelati essere naturalmente un ramati, arricciati artificialmente e ricoperti con una crema idratante a base di grasso. Aveva una dieta ricca di legumi e pesce d’acqua dolce.
Una recente ricerca, eseguita dal Dott. Janet Davey del Victorian Institute of Forensic Medicine in Australia, pubblicata in data 14 Maggio 2020, dimostrerebbe che molti antichi abitanti della valle del Nilo, sarebbero stati naturalmente rossi o biondi di capigliatura.
Un esperimento
Per determinare se l’esposizione al natron durante il processo di mummificazione fosse responsabile del colore dei capelli chiari, è stato condotto un esperimento per replicare parzialmente l’ambiente in cui i corpi erano essiccati. Quattordici campioni di capelli moderni di varie fasce d’età, sesso ed etnia sono stati sottoposti a natron sintetico per un periodo di 40 giorni per replicare il tempo impiegato per mummificare un corpo. Sono stati impiegati esami macroscopici e microscopici dei campioni per accertare eventuali cambiamenti significativi nel colore dei capelli dopo il trattamento. Antiche parrucche sono state studiate per la prova dei cambiamenti post mortem nel colore dei capelli dalla costruzione oltre 2.000 anni fa. I risultati dello studio non hanno mostrato schiariture significative del colore dei capelli e in diversi campioni i capelli si sono notevolmente scuriti a causa dell’esposizione al natron. Non c’è alcuna prova che i capelli si schiarissero come risultato di cambiamenti post mortem naturali e ciò è stato confermato dallo studio delle parrucche di capelli naturali che non avevano cambiato colore post mortem. Questo studio ha concluso che i capelli chiari osservati nelle mummie non erano il risultato di esposizione a natron o cambiamenti post mortem, ma piuttosto era probabilmente dovuto all’ascendenza a causa della presenza di diversi genomi che furono introdotti nell’antico Egitto.
A conferma di quanto scoperto, ci viene in aiuto una delle mummie più antiche del periodo Predinastico mai rinvenute prima in terra di Kemet, è la nota “The Ginger”, “La Rossa”, che risale al 3.500 a.C.. Fu rinvenuta da Wallis Budge nel deserto di Gebelein alla fine del XIX secolo.
È attualmente conservata al British Museum e la colorazione della sua chioma, oltre la sua struttura, suggerisce che un tempo gli antichi egizi fossero molto più alti e più chiari di capelli, di quanto si pensasse fino a quel momento. Quello che toglie ogni dubbio, è il fatto che questa, come altre mummie del periodo del Predinastico, mummificarono naturalmente (quindi senza l’ausilio del Natron) sfruttando le alte temperature della sabbia del deserto e la totale mancanza di umidità della necropoli.
Ulteriori informazioni dalla TAC
Altre interessanti informazioni sono emerse dalla TAC completa a cui è stata sottoposta Lady Takabuti, oltre ad avere un dente in più, 33 anziché 32, che si verifica solo nello 0,02% della popolazione, e una vertebra extra, il suo cuore è ancora lì, perfettamente intatto e conservato. Stranamente non è stato asportato nel processo di mummificazione come si supponeva prima. Gli scienziati, infatti, sino ad ora non lo avevano mai individuato.
Perché? Una domanda alla quale al momento gli studiosi non hanno saputo dare una risposta, pur supponendo che l’asportazione di tale organo fosse presumibilmente praticata solo su alcuni individui. Forse la causa è dovuta alla giovane età della donna e alle modalità della sua morte.
Le ricerche continuano, vi terremo aggiornati, ma dalla polvere di un’antica città Peruviana emergono tre statue dai capelli rossi…
Questo argomento è davvero interessante, ma anche gli altri che ho trovato qui mi sono sembrati molto utili per elevare il generalmente basso se non bassissimo livello di conoscenze sulla civiltà egizia.