Proprio come i cani discendono da un antenato simile al lupo per diventare il migliore amico dell’uomo, così sembrerebbe, da un recente studio, che le volpi selvatiche stiano facendo lo stesso. Ciò che è davvero affascinante è che le volpi lo stanno facendo da sole. “Questo è il risultato di volpi che hanno deciso di vivere vicino alla gente, mostrando tratti che li rendono più simili agli animali domestici.”
Vecchie Ricerche
Lo studio dell’addomesticamento della volpe non è una nuova area di ricerca.
Negli anni ’50 un genetista sovietico di nome Dmitri Belyaev condusse un esperimento in cui sosteneva che, addomesticando le volpi argentate, esse avevano sviluppato tratti comunemente associati ai cani domestici. Quei tratti includevano orecchie flosce, code arricciate e manti maculati. Ciò ha portato Belyaev a concludere che ci sono alcuni tratti fisici che accompagnano l’addomesticamento, un fenomeno che ha soprannominato “sindrome dell’addomesticamento”.
Sappiamo che attività umana sta alterando drasticamente l’habitat delle popolazioni naturali. Ciò è stato documentato come fattore di divergenza fenotipica in numerose popolazioni di animali selvatici. I cambiamenti sono probabilmente guidati da diverse esigenze, biomeccaniche di alimentazione o cognizione, tra gli habitat.
In poco più di un secolo, le volpi rosse, Vulpes vulpes, che vivono nelle aree urbane della Gran Bretagna hanno sviluppato teste più piccole, musi notevolmente più corti, con una regione mascellare ridotta rispetto alle volpi nelle aree rurali e, in termini di cervello, “la scatola cranica sembra essere più piccola nell’habitat urbano”. Ciò non significa necessariamente che le volpi urbane siano più stupide delle volpi rurali ma come spiegano gli autori dello studio “potrebbe forse riflettere i cambiamenti nelle forze biomeccaniche sul cranio”. In particolare, lo stesso modello è stato osservato tra i cani rispetto ai loro coevi selvaggi, i lupi: gli scienziati notano che il cervello dei cani è circa il 30% più piccolo rispetto al cervello dei lupi. Inoltre è stato riscontrato un ridotto dimorfismo sessuale, cioè una differenza dimensionale meno estrema tra maschi e femmine.
Questo in sintesi è quanto è emerso da un recente studio pubblicato sulla rivista “Proceedings of the Royal Society B.”
Come suggerito da Kevin Parsons, un biologo evoluzionista dell’Università di Glasgow che ha fatto parte dello studio, in un recente video alla BBC, “Ciò che è davvero affascinante, è che le volpi lo stanno facendo da sole. Questo è il risultato di volpi che hanno deciso di vivere vicino alla gente, mostrando quei tratti che li rendono più simili agli animali domestici.“
Questi attributi specifici, e il rapido ritmo della loro evoluzione, suggeriscono che le volpi stanno cambiando in un modo molto simile a quanto accaduto nei primi tempi dell’addomesticamento di quelli che ora sono i cani e gatti. Questo significa che il fattore ambientale e l’interazione umana sono già sufficienti a indurre modificazioni strutturali.
Per oltre 100 anni, le volpi hanno vagato per le città inglesi, tra cui Birmingham, Bristol e Londra. Ora ci sono più di 10.000 volpi nella sola Londra. Di conseguenza, quelle volpi hanno persino spostato le loro fonti alimentari, recuperando tra i rifiuti fino al 37% della loro dieta.
Dato che le volpi urbane tendono a rimanere in prossimità dei centri urbani, secondo lo studio, c’è una ridotta possibilità che si accoppino con le volpi rurali.
Per avere un’idea di come le volpi siano diverse nelle aree rurali e urbane e far così luce sul processo di addomesticamento gli autori del nuovo studio hanno analizzato 111 teschi di volpi rosse adulte da e vicino a Londra.
Queste volpi non sono una nuova specie, ma i ricercatori pensano di aver riscontrato quella che viene chiamata “Sindrome dell’addomesticamento”. Essenzialmente, girando attorno agli umani così tanto, queste volpi stanno iniziando a diventare più simili agli animali domestici che agli animali selvatici.
Importante è sottolineare che questi cambiamenti non sono stati causati da mutazioni casuali che hanno effetti casuali, come si potrebbe pensare che agisca l’evoluzione, ma i cambiamenti sono correlati con le abilità che aiutano le volpi a sopravvivere in natura – come scavare nella spazzatura – e tutto questo suggerisce che la rapida evoluzione, che porterebbe a rendere queste volpi domestiche come i nostri cani, potrebbe avvenire in modo inaspettato.
Implicazioni profonde per comprendere l’addomesticamento
Le implicazioni più profonde dello studio hanno meno a che fare con un addomesticamento in massa di volpi – cosa che è improbabile che accada – e più a che fare con il modo in cui comprendiamo la storia dell’addomesticamento.
È possibile che, studiando come le volpi urbane cambiano quando vivono intorno agli esseri umani, possiamo sviluppare maggiori approfondimenti su come cani e gatti sono stati addomesticati migliaia di anni fa.
Il futuro della volpe rossa, per ora, è incerto. Mentre il loro numero nella Gran Bretagna urbana è passato da 33.000 nel 1995 a 150.000 nel 2017, c’è stato anche un calo del 42% delle volpi rosse nel 2018. Le volpi hanno imparato ad adattarsi agli spazi urbani, ma gli spazi urbani non sono sempre ospitali per le volpi. Il tempo dirà se le persone inizieranno ad aprire le porte alle volpi come una volta con i cani – o se queste continueranno a popolare le strade furtivamente.
Fonte: https://www.inverse.com/science/urban-fox-study-new-clues-animal-domestication/amp
https://www.salon.com/2020/06/09/how-foxes-are-domesticating-themselves/