È con grande piacere che scrivo questo articolo per tentare di fare chiarezza circa una questione complessa ed incerta: la crocifissione di Yeshu’a Ben Youssef. È fondamentale, prima di ogni altra cosa, comprendere che nessuno conosce ciò che successe all’epoca, vi sono poche – e poco attendibili – fonti; per poter affermare con sicurezza quello che fu l’andamento degli eventi sarebbero necessarie ulteriori fonti, che al momento non disponiamo.
Chi non ha mai letto il Nuovo Testamento crede ingenuamente che Yeshu’a morì in croce, eppure, dopo un’attenta lettura ed analisi del testo, possiamo evincere che non fu così.
Giovanni 19:34 ci narra di come un centurione trafisse Gesù e dal costato uscì αἷμα καί ὕδωρ, aima kai udor. Letteralmente: “sangue e acqua”. Oggi, un esperto di medicina descriverebbe tale atto con il nome di toracentesi, ossia quella penetrazione tra le costole che va a perforare il foglietto pleurico. Tale atto viene praticato per salvare la vita, non per toglierla. Infatti, con lo svuotamento del contenuto pleurico l’attività cardiorespiratoria torna a funzionare. Non c’è da stupirsi, anche l’atto della tracheotomia prevede un taglio – addirittura all’altezza della trachea – ma non viene effettuata per fare morire le persone sgozzate, bensì è una pratica di emergenza per concedere all’ossigeno di entrare nel corpo di chi ne è in deficit. Dunque, il centurione salvò la vita a colui che fu crocifisso.
Giovanni 19:38 ci informa che Giuseppe Di Arimatea andò a chiedere a Pilato di poter deporre il σῶμα αὐτός, soma autos. Letteralmente “corpo di esso”. Vi è un particolare, chi conosce il greco antico avrà già individuato l’indizio più importante, l’autore del vangelo usa σῶμα e non πτωμα. Il primo, soma, indica un corpo con la caratteristica di essere VIVO, mentre il secondo, ptoma, indica un corpo con la caratteristica di essere MORTO. Se Yeshu’a fosse morto in croce l’autore del vangelo avrebbe utilizzato πτωμα αὐτός (ptoma autos), ma abbiamo già appurato che nel testo vi è scritto soma autos, il corpo di quell’individuo era perfettamente in vita.
Questo resoconto ci porta ad un’unica deduzione: Gesù è stato salvato grazie al colpo al costato e successivamente tirato giù dalla croce, VIVO.
Non posso esimermi, a questo punto, dal far notare che Gesù è rimasto in croce per soltanto 3 ore. Sarebbe impossibile morire in croce in 3 ore di tempo, è un lasso temporale troppo ristretto, matematicamente non è possibile.
Ci hanno sempre insegnato che ai condannati venivano spezzate le gambe, eppure a Gesù non fu praticato ciò. La morte in croce avviene per soffocamento, questo però per avvenire è necessario che sia coadiuvato dalla rottura degli arti inferiori, cosa che non è avvenuta nel nostro caso. Infine, bisogna fare notare che evidentemente vi erano personaggi preparati ad agire tempestivamente per salvare Gesù, uno di questi è certamente l’emblematico Giuseppe di Arimatea, il quale dopo aver appurato che il corpo era in vita (i cadaveri non sanguinano e Giovanni dice il contrario per sottolineare che fosse VIVO) si interessò, insieme ad altri, di curare Gesù con l’uso di spezie i cui poteri di guarigione erano ben noti all’epoca (faccio notare che ancora oggi esistono lozioni a base di aloe per far rimarginare e guarire le ferite). C’è chi ipotizzò, senza scostarsi troppo dalla realtà, che altrettante spezie furono utilizzate prima della crocifissione per indurre il condannato in uno stato apparente di coma. Quindi abbiamo delle spezie utilizzate ante crocifissione e delle altre post crocifissione. È interessante approfondire questo aspetto e rimando ai saggi di Sir Laurence Gardner. Per chi volesse approfondire la non-morte in croce consiglio fortemente i libri dell’avvocato Gioacchino Nicotri unitamente ai saggi storici di Joseph Ratzinger (Papa Benedetto XVI) per comprendere al meglio il substrato culturale dell’epoca.
Perché Pilato manifesta stupore che Gesù sia già morto quando Giuseppe gli si presenta a reclamarne il corpo e dargli sepoltura ? Marco dice che manda il centurione a controllare che sia tutto a posto .Gli dice di informarsi dell’ ora esatta in cui Gesù era morto .Lui che era un grande crocifissore sapeva bene che una morte per crocifissione comportava una agonia lunga che si protraeva anche due o tre giorni .Dunque il prefetto e’ incredulo che Gesù possa essere morto in capo a tre ore .E inoltre : tutti i Vangeli vedono un rapporto di causa ed effetto tra la supposta spugna imbevuta di aceto che a Gesù viene data e la testa che gli cade sul petto ,come se la seconda fosse la necessaria conseguenza della prima .Gli fu dato realmente dell’ aceto ? L’ uso di sostanze in grado di indurre uno stato di sincope o di morte apparente era noto fin dall’ antichità .Il celebre orientalista francese prof Jarl Charpentier ha appurato come un vino ricavato dalla macerazione della pianta di mandrake ( sottospecie della mandragola ) venisse dato in Palestina ai condannati a morte per crocifissione,immediatamente prima dell’ esecuzione , in modo da porli in uno stato di morte apparente .L’ effetto di questa droga era quello di intorpidire i nervi e di attenuare ,almeno in parte ,la lunga agonia di una morte spaventosa .Lo Charpentier afferma che era opinione comune – ed errata – in Oriente ,che il dare da bere ai condannati per crocifissione servisse ad accelerarne la morte .La sostanza ,al contrario ,serviva a porre in uno stato di morte apparente .Tengo a specificarlo perché molti furono indotti a credere che Gesù mori’ dopo che il soldato gli porse la spugna fissata all’ estremita’ di un corto ramo di issopo .D’ altronde ,come e’ possibile che Gesù sia morto dopo appena tre ore di crocifissione ? Nella storia romana sarebbe un unicum sia prima che dopo di lui .Lo storico ebreo Flavio Giuseppe ,contemporaneo di quegli eventi ,parla nella sua ” Guerra giudaica ” di un suo amico crocifisso da Tito che sopravvisse .Grazie alla sua amicizia personale con l’ imperatore ,ottenne che fosse tirato giù .Grazie alle intense cure praticategli ,riuscì a sopravvivere .E se fosse successo lo stesso nel caso di Gesu ? Non c’ e’ studioso serio ,credente e non ,che della resurrezione di Gesù di Nazareth non prenda in esame ,oltre i Vangeli ,anche i testi apocrifi .Tra di essi spicca il Vangelo di Pietro .In esso ,l’ uscita di Gesù dalla tomba viene descritta con le seguenti parole :” Videro tre uomini uscire dalla tomba ,due dei quali facevano da sostegno al terzo ” .E’ difficile non vedere in questa immagine quella di un uomo molto claudicante e forse non ancora del tutto ristabilito .Del resto ,tutto quello che i Vangeli ci raccontano ,da questo momento in poi ,sembra descrivere ,tra le righe ,la lenta guarigione di un uomo in precedenza gravemente ferito : in Gv ,dopo la ” resurrezione ” ,con le ferite ancora calde ,Gesù non permette a Maria di Magdals di toccarlo .Otto giorni dopo ,quando il processo di cicatrizzazione sarà in fase piu’ avanzato ,permetterà ‘ invece a Tommaso di toccare le sue ferite
“Soma” significa “corpo vivente”? Allora neppure Alessandro Magno era morto quando il suo corpo fu traslato nel mausoleo ad Alessandria d’Egitto. Mausoleo noto nell’antichità con il nome di “Soma di Alessandro”.
Grazie Luca, come sempre molto chiaro