I coltelli finlandesi, i puukko, appaiono per la prima volta nell’Età del Bronzo e ancor prima, infatti sono stati trovati coltelli in osso di forma simile risalenti a periodi precedenti.
La parola puukko significa “un coltello con un manico di legno” e tutte le altre teorie sull’origine di questa parola non sono altro che finzione. La parola puukkojunkkari, che significa lanciatore di coltelli, è apparsa precisamente a causa di puukko, e non viceversa.
Puukkojunkkari (o häjy , svedese: knivjunkare, tradotto come combattente di coltelli) era un termine usato per piantagrane che erano attivi nella regione finlandese dell’Ostrobotnia meridionale.
Ma questo nome suona familiare a chi ha avuto occasione di leggere parte di antiche storie sumere accadiche. Ricordate quando Gilgamesh perde il suo pukko e il suo mekku definiti da molti studiosi i simboli regali di potere?
Sumeri – La perdita del pukku e del mikkû – Gilgamesh
A sera, egli fece un segno là dove aveva posto il pukku,
sollevò il suo pukku davanti a sé e lo portò in casa.
All’alba, là dove aveva fatto il segno […]per il pianto delle vedove,
per il lamento delle fanciulle,
il suo pukku e il suo mikkû caddero giù negli Inferi:
egli allungò la mano, ma non riuscì ad afferrarli,
allungò il piede, ma non poté raggiungerli.
Sulla soglia degli Inferi, alla porta Ganzir,
il pukku e il mikkû si erano depositati.Gilgameš versò lacrime e pianse amaramente:
«Oh, il mio pukku! Oh, il mio mikkû!
Il mio pukku, del cui suono non mi sono saziato:
avrei voluto continuare ancora a danzare!
Oh, avessi io oggi lasciato il pukku nella casa del carpentiere!
L’avessi lasciato là, con la moglie del carpentiere,
che era per me come la madre che mi portò in grembo!
L’avessi lasciato con la figlia del carpentiere che era per me
la mia sorella minore! Ahi, il pukku mi è caduto agli Inferi!
Chi me lo riporterà indietro? Ahi, il mikkû mi è caduto agli Inferi!
Chi me lo restituirà.»…
Enkidu, il suo servo, così gli parla: «Mio signore,
perché piangi? Perché il tuo cuore è triste?
Oggi stesso andrò agli Inferi a riprendere il pukku e il mikkû!».
E a lui Gilgameš: «Se vuoi scendere agli Inferi,
ascolta il mio consiglio, fa’ attenzione alle mie parole:
non indossare una veste, altrimenti i morti sapranno
che sei uno straniero. Non spalmarti di unguenti,
altrimenti attratti dal tuo profumo ti verranno attorno!»
Vediamo ancora da Wikipedia:
Inanna chiede quindi aiuto al fratello, il dio Sole (Utu) che però non gli presta ascolto. Allora la dea si rivolge a Gilgameš, il quale armatosi affronta i tre esseri demoniaci cacciandoli. Consegnato l’albero ḫalub alla dea, trattiene per sé le sue radici che trasforma in pukku (tamburo), e i suoi rami traendone il mekku (le bacchette del tamburo). Impadronitosi di questo strumento, costringe i giovani di Uruk a danzare, sfinendoli. Giunta la sera, posa lo strumento, ma il pukku e il mekku precipitano negli Inferi.
Il fedele servitore Enkidu si offre di scendere nell’oltretomba per recuperare gli strumenti del suo re.
Ebbene si, il Pukku e il Mekku sono stati tradotti come “tamburo e bacchette”, ma durante la nostra ricerca, per caso, perché a volte il caso ci mette lo zampino, abbiamo trovato questa interessante curiosità e naturalmente la vogliamo condividere con voi perché non ci è sembrata del tutto illogica.
Se proviamo a sostituire i due nuovi significati dei termini, la traduzione ha un senso veramente più logico!
Ma andiamo con ordine.
La storia dei coltelli classici e tradizionali della Finlandia
Prima che la Finlandia cadesse sotto il potere dell’Impero russo, apparteneva alla Svezia. Non sorprende che i tradizionali coltelli svedesi e finlandesi abbiano molte somiglianze.
I coltelli tradizionali finlandesi possono avere disegni diversi, ma le loro caratteristiche comuni sono sempre le stesse:
- Lama dritta senza taglio;
- La lunghezza della lama era di circa 10-15 cm, di solito circa 12-13 cm;
- Il manico era fatto di betulla della Carelia. Oltre all’attrattiva esterna di questo materiale, i manici in legno non raffreddano la mano in inverno. L’albero usato per i manici era impregnato d’olio;
- I coltelli tradizionali finlandesi avevano un ceppo nel punto in cui la lama entra nel manico;
- Il manico stesso era a forma di botte. Alla fine c’è una curva specifica, chiamata fungo.
Ci sono anche grandi lame che sembrano più asce, ma non hanno nulla a che fare con puukko. Questo leukku o un grosso coltello per organizzare campi o parcheggi. Il nome del coltello è associato a una delle nazionalità tradizionali della regione.
E il Mekku?
Siamo in Finlandia no? Benissimo andiamo a vedere cosa significa questa parola sul dizionario.
Questa è molto simile! È vero non è esatta, ma il suo significato avrebbe un senso all’interno del racconto, il ”coltello da caccia” e “la spada” potrebbero essere stati sicuramente “simboli di potere “di Gilgamesh, non solo, con questi avrebbe tranquillamente potuto “costringere i giovani di Uruk a danzare, sfinendoli.” Con il tamburo e le bacchette al limite avrebbe potuto “invitarli” a danzare!!
Rileggiamo ora il brano tratto da wikipedia:
Consegnato l’albero ḫalub alla dea, trattiene per sé le sue radici che trasforma in pukku e i suoi rami traendone il mekku. Impadronitosi di questo strumento, costringe i giovani di Uruk a danzare, sfinendoli. Giunta la sera, posa lo strumento, ma il pukku e il mekku precipitano negli Inferi.
Il fedele servitore Enkidu si offre di scendere nell’oltretomba per recuperare gli strumenti del suo re.
La nostra è solo una proposta che scaturisce da una profonda convinzione, nata anni fa con Omero nel Baltico di Felice Vinci, confermata successivamente da altri studi che poco alla volta prendendo forma sotto i nostri occhi attoniti.
È esistita un antica Civiltà Navale megalitica, probabilmente situata nel Nord del Mondo, al Polo durante l’optimum climatico che si è verificato subito dopo la fine dell’ultima glaciazione. Da lì come da un Uroboro era possibile accedere a tutto il mondo sia via mare che via Terra.
Articolo molto interessante. L’ho citato nell’ultimo articolo del mio blog, sull’origine dei Sumeri. Non so se avevate fatto qualche ricerca in merito, ma nei Paesi baltici (in particolare Estonia e Finlandia) si trovano decine di toponimi che richiamano le città sumere. A questo punto, risulta piuttosto difficile credere ad una casualità…
Un saluto