Molte di queste conchiglie esotiche provengono da tombe e santuari, si trovano in siti nel bacino del Mediterraneo, in Europa e nell’America del Nord, in ogni caso lontanissime dalla loro fonte di produzione. Alcune conchiglie non sono state modificate, altre trasformate in semplici perline e alcune finemente lavorate mediante incisioni, erano sempre simbolo di potere e ricchezza.
Originaria del mare, specialmente nelle acque circostanti le isole basse delle Maldive, Cypraea moneta (a volte confusa con Cypraea annulus) è stata trasportata in varie parti del mondo durante l’era preistorica, e in molti casi è stata gradualmente trasformata in una forma di denaro in varie società per un lungo periodo di tempo.
Il nome scientifico, stabilito da Carlo Linneo nel 1758, è Monetaria moneta. Questo particolare nome deriva dal fatto che per millenni questa conchiglia è stata usata come moneta in molti luoghi del mondo, così come la Monetaria annulus (Cypraea annulus), distinguibile da un anello giallo-arancio nell’area dorsale. Per comodità entrambe le conchiglie, peraltro molto simili tra loro, vengono incluse nella definizione conchiglia cauri.
In altri luoghi questa conchiglia è conosciuta come kauri in bengalese, kaudi in hindi, kaoli in cinese, cowrie in inglese e kabttaj alle Maldive.
Se osserviamo con attenzione questi gusci non è assolutamente sorprendente che varietà come la Cypraea moneta o la Cypraea annulus divennero mezzi di pagamento amati e in alcuni casi enormi concorrenti delle valute metalliche. Hanno tutte le caratteristiche del denaro, cioè durevolezza, praticità o convenienza, riconoscibilità e divisibilità sono incorporate in questi piccoli gusci.
Sono piccoli e molto facili da trasportare e la loro forma seducente e il loro aspetto offrono loro una protezione perfetta contro i falsi. Inoltre, il conteggio non era sempre assolutamente necessario. Poiché le conchiglie avevano quasi tutte la stessa forma e dimensione, il spesso il peso era sufficiente per determinare il valore di un pagamento.
Secondo le preferenze e gli accordi locali, i gusci di Cypraea potevano anche essere imballati o legati a unità più grandi.
Medio Oriente
In alcune parti dell’Asia occidentale era comunemente usato Cypraea annulus, l’anello cowry, così chiamato a causa dell’anello di colore arancione brillante sul retro o sul lato superiore della conchiglia. Molti esemplari furono trovati da Sir Austen Henry Layard nei suoi scavi a Nimrud nel 1845–1851 ed ora detenuti al British Museum (numero del museo 1848,0720.103).
Cina
Il più antico utilizzo monetario delle conchiglie cauri è attestato in Cina nel Neolitico.
La conchiglia cauri finì per essere associata al concetto stesso di moneta, tanto che l’ideogramma cinese 貝 (bei), che significa “moneta”, deriva proprio dal disegno stilizzato di una cauri; questo carattere fa anche parte di tutte le parole riguardanti i concetti di proprietà, commercio e benessere.
In Cina le cauri erano diffuse già presso la cultura di Yangshao (5000-3000 a.C.), presente nel nord-ovest del paese, nei corredi funerari di alcune sepolture sono state trovate alcune di queste conchiglie, mentre in altre tombe della stessa epoca sono state trovate cauri (in un caso ben dieci) inserite nella bocca dei defunti. Questa usanza richiama quella dell’obolo di Caronte, la moneta che nell’antica Grecia veniva posta nella bocca del defunto per permettergli di pagare il passaggio dell’Acheronte.
Alla stessa epoca risalgono le cauri scoperte a Kanou, in Tibet.
Non si conosce l’origine delle conchiglie circolanti in quell’epoca: alcuni studiosi ipotizzano che venissero pescate nel Mar Cinese Meridionale, invece altri sostengono che già nel 3.000 a.C. venissero importate via terra dai paesi che sorgono sull’Oceano Indiano. Quest’ultima ipotesi, ardita ma non impossibile, è supportata dal fatto che le più antiche cauri sono state scoperte nelle regioni interne e solo successivamente il loro utilizzo si estese alle aree costiere. Alcuni studiosi hanno ipotizzato che le cauri arrivassero in Cina dal Mar Rosso, attraverso una catena di rapporti commerciali: tra i popoli del Medio Oriente e quelli dell’Asia centrale e di questi ultimi con la Cina.
L’uso delle cauri aumentò nel periodo delle dinastie Xia (2194-1675 a.C.) e Shang (1675-1046 a.C.);
Sono state rinvenute migliaia di cauri nelle tombe presenti in molti siti archeologici; tra questi spiccano le più antiche sepolture imperiali finora scoperte: le tombe dell’imperatore Wu Ding e di sua moglie Fu Hao, databili intorno al 1200 a.C. In particolare nella tomba della consorte imperiale sono state trovate ben 6.900 cauri; in questo periodo l’uso di inserire conchiglie nel corredo funerario si diffuse a tutte le classi sociali.
Il dono delle conchiglie, insieme a quello del bronzo, costituiva uno dei principali omaggi feudali; infatti le cauri erano anche un simbolo di potere e di prestigio sociale. Gli ufficiali consideravano un onore ricevere in dono le cauri dai propri superiori. Lo Shujing, una raccolta di documenti storici risalente al VI secolo a.C., afferma che Tai Wu, nono sovrano della dinastia Shang, richiamò il suo primo ministro perché questi pensava ad arricchirsi, accumulando giada e cauri, anziché pensare agli affari di governo.
A causa delle difficoltà di approvvigionamento, queste conchiglie vennero riprodotte usando svariati materiali: giada, pietra, ossa, terracotta, stagno e bronzo; più rare sono le imitazioni in legno, argilla, avorio, argento e oro.
Le vie della cauri
Non si può escludere che nei lunghi secoli dell’antichità siano esistite altre “vie della cauri”.
Il ritrovamento di alcune conchiglie presso i siti della cultura di Koban (nell’attuale Russia), databili al 1100-400 a.C., potrebbe far supporre che in quell’epoca le conchiglie viaggiassero dal Medio Oriente alla Cina anche attraverso il Caucaso.
Ritrovate nel Nord America dove le cauri non vivevano
Nel continente americano la conchiglia cauri potrebbe essere stata usata come moneta dalla tribù degli Ojibway (conosciuti anche come Chippewa) e da quella dei Menomini.
Questi due popoli erano stanziati nell’odierno stato del Michigan e sulle coste del Lago Superiore e del lago Huron, dove le cauri non vivevano.
Diverse cauri sono state trovate in tombe risalenti anche al 6.000 a.C. Anche in Alabama sono state trovate delle cauri: si tratta di cinque conchiglie rinvenute in una tomba risalente ad un periodo anteriore all’arrivo dei bianchi.
Non si conosce in che modo queste tribù si procurarono le cauri (a cui gli Ojibway diedero il nome di miigis): potrebbero averle avute tramite scambi commerciali oppure, come narrano alcune tradizioni orali, potrebbero averle raccolte nei laghi e nei fiumi del loro territorio.
Questa possibilità potrebbe indicare che le cauri erano state usate e poi abbandonate da una tribù più antica, che le aveva ottenute da altri popoli per via commerciale.
Di certo le cauri erano usate in alcune cerimonie di iniziazione; invece è ancora incerto se queste tribù usassero le cauri come mezzo di scambio. Dopo l’arrivo dei bianchi, i nativi iniziarono ad accettare le cauri in cambio di altri beni; ad esempio già nel ‘700 la canadese Hudson’s Bay Company cedette delle cauri ad alcuni indiani Cree.
India
In India le conchiglie cauri sono state trovate in diversi siti preistorici lungo la valle dell’Indo.
Inizialmente esse erano usate soprattutto dagli astrologi nella divinazione. Poi all’uso divinatorio si aggiunse quello monetario, che iniziò ai tempi dell’impero Maurya (325-185 a.C.), quando le conchiglie costituivano la moneta spicciola; invece per transazioni più importanti si usavano l’argento e l’oro. In seguito l’uso delle cauri si estese anche a transazioni molto importanti: ad esempio potevano essere utilizzate per pagare la costruzione di una casa, che costava milioni di conchiglie. Un inglese acquistò una piccola abitazione nel Cuttack (Orissa) per 16 milioni di cauri, mentre la costruzione di una chiesa costò 160 milioni di conchiglie. Per evitare lunghi conteggi in occasione di ogni pagamento, nel Bengala si affermò l’uso di regolare le grandi transazioni con delle ceste contenenti 12.000 cauri ciascuna.
Le conchiglie usate in India provenivano dalle Maldive e la regione più attiva nella loro importazione era il Bengala.
Il ricercatore Bin Yang nel suo libro Cowrie Shells and Cowrie Money: A Global History sostiene che il maggior luogo di approvvigionamento fossero le Maldive e da li si procedesse all’esportazione.
«Le Maldive erano il centro di scambi commerciali con le conchiglie cauri, che nell’antichità venivano usate come metodo di pagamento. Conchiglie simili si trovano anche nella Norvegia del Nord, in tombe dell’età del ferro. Le Maldive sono state per secoli una tappa importante per i commercianti viaggiatori, e quindi facevano parte di una rete commerciale che copriva gran parte dell’Asia, con probabili collegamenti anche con l’Europa.» ci conferma il grande ricercatore Heyerdahl.
Grotta del Caviglione
Correva l’anno 1872 quando l’équipe di scavo dell’archeologo Emile Rivière portò alla luce, nella grotta del Caviglione presso Ventimiglia, uno scheletro il cui cranio era rivestito da una cuffia di conchiglie cauri. Lo scheletro si è poi rivelato di una donna vissuta in epoca gravettiana, una frazione del Paleolitico Superiore che si data a 24 mila anni fa, morì alla veneranda età di 37 anni, oggi lo scheletro è conservato in una teca al Museo dei Balzi Rossi a Ventimiglia.
Fonte:
David S. Reese, Il commercio di conchiglie indo-pacifiche nel bacino del Mediterraneo e in Europa
Ottimo articolo.
La ricostruzione del volto della Donna del Caviglione è a dir poco discutibile