Nel 1939 l’archeologo svedese Folke Bergman portò alla luce una serie di tombe, diventate poi note come le Tombe di Xiaohe, nella provincia di Xinjiang, in Cina al confine con la Mongolia.
Tuttavia le tombe furono dimenticate per oltre 60 anni, fino a quando nel 2000 un ricercatore, responsabile dell’Istituto di Archeologia di Xinjiang, riscoprì le tombe.
Gli scavi furono portati a termine solo nel 2005, anche perché le dimensioni dell’area archeologica sono di una vastità senza precedenti.
Le tombe rinvenute sono quasi 330, collocate in diversi strati del terreno, contenenti i feretri di adulti e bambini. È la prima volta che un numero così alto di mummie viene ritrovato sul nostro pianeta.
Il cimitero dalle caratteristiche nordiche
Il complesso, inizialmente, appariva come un piccolo tumulo ovale e la sommità del tumulo era ricoperta da una selva di pali lignei in posizione eretta, le cui cime erano state scheggiate dai forti venti.
Il cimitero risale all’età del bronzo, all’interno sono state ritrovate 30 misteriose mummie, la più antica delle quali è datata a circa 4.000 anni fa. Sono praticamente intatte, talmente ben conservate dal clima secco dell’estate e dal gelo dell’inverno, da mostrare ancora i lineamenti del viso, e addirittura, nel caso della Bellezza di Xiaohe, conserva ancora le lunghe ciglia che ombreggiavano lo sguardo di una donna che da viva doveva essere di una bellezza straordinaria.
Bergman scavò all’incirca una dozzina di sepolture e portò con sé, in Svezia, qualcosa come 200 manufatti. Le tombe, contrassegnate dai pali di pioppo, contenevano delle bare a forma di barca, sotto le quali erano adagiati i corpi avvolti in pelle di bue, usate anche per ricoprire le stesse bare.
L’archeologo si stupì di trovare delle sepolture a lui molto familiari, con bare a forma di barca rovesciata, e mummie che indossavano indumenti simili a quelli trovati nelle tombe dell’età del bronzo in Danimarca, tuttavia, non azzardò associazioni non dimostrabili e pensò piuttosto a strane coincidenze. Sulle sue scoperte poi scrisse un libro Ricerche archeologiche nel Sinkiang, in particolare nella regione di Lop-Nor, che oggi si può leggere in formato digitale (in lingua inglese).
Oggi alla luce dello studio magistralmente esposto da Felice Vinci in Omero nel Baltico e in successivi libri come Il meteorite iperboreo di Syusy Blady, Felice Vinci e Karl Kello, qualche collegamento viene richiamato immediatamente alla mente ed è degno di ulteriori verifiche.
Le navi di pietra del Baltico
Proviamo ad indagare sulle sepolture così familiari per l’archeologo svedese Folke Bergman.
Sull’isola di Gotland in mezzo al Mar Baltico si trovano le straordinarie Navi (o barche) di pietre presenti in diverse regioni della Scandinavia ma con un particolare concentrazione proprio nelle terre bagnate dal Baltico.
Una delle più famose è certamente la Gannarve Skeppssattning che in svedese significa letteralmente “Sepolcro (o, meglio, tumulo sepolcrale) della barca di pietra di Gannarve”.
La Barca o nave è formata da una serie di menhir poco più bassi di una persona di media statura, disposti a formare la sagoma di una imbarcazione lunga oltre 30 metri e larga 5, con la doppia prua (come i “drakkar” vichinghi) orientata parallelamente alla costa in direzione Nord-sud. Secondo gli archeologi svedesi, la “Gannarve Skeppssattning” risalirebbe all’Età del Bronzo.
In pratica, i defunti di alto rango venivano inumati al centro dell’imbarcazione che veniva, appunto, orientata in modo che lo conducesse verso Nord, verso la patria primigenia e al contempo verso il luminoso Aldilà, che secondo le leggende e miti di quelle Culture si trovava a Settentrione dove i giorni non avevano mai fine.
Un cimitero nascosto nel bel mezzo di un deserto ai confini con la Mongolia con bare a forma di barca, mummie che indossano indumenti del tutto simili a quelli indossati da popolazioni molto lontane, pali posti sulle tombe degli uomini, apparentemente simili a remi, non sono gli unici motivi per i quali la necropoli ha destato molta attenzione negli studiosi.
In realtà, il dato più eclatante è la provenienza delle persone sepolte nell’antico cimitero, dai lineamenti apparentemente di tipo occidentale, come nel caso delle reliquie dell’ormai nota Bellezza di Xiaohe, orbite oculari rotonde, lunghe ciglia perfette e capelli lunghi rossi, dimostrano caratteristiche simili all’etnia europea.
Le analisi del DNA
L’analisi genetica delle mummie ha dimostrato che il popolo Xiaohe era un misto di popolazioni originarie sia dell’occidente, sia dell’oriente.
Le linee genealogiche materne del popolo Xiaohe traevano origine sia a est sia a ovest, mentre le linee genealogiche paterne erano tutte originarie dell’ovest.
L’analisi del DNA mitocondriale, che fornisce informazioni sulla linea genealogica materna, dimostrò che il popolo Xiaohe recava sia l’aplogruppo eurasiatico orientale (C), sia gli aplogruppi eurasiatici occidentali (H e K).
La linea C eurasiatica orientale, che è l’aplogruppo dominante ritrovato nei resti, indica che la componente delle popolazioni eurasiatiche orientali nella popolazione Xiaohe ebbe origine dalle popolazioni siberiane, in particolar modo le popolazioni siberiane meridionali e orientali. L’aplogruppo H e l’aplogruppo K sono comuni in Europa occidentale, suggerendo che la componente eurasiatica occidentale della linea materna osservata nel popolo Xiaohe possa trovare stretta relazione con gli europei occidentali.
L’analisi del DNA del cromosoma Y, che fornisce informazioni sulla linea genealogica paterna, dimostrò che negli individui maschi è presente solo l’aplogruppo eurasiatico occidentale R1a1a.
Riassumendo in breve: le analisi del DNA di tutte le mummie hanno dimostrato che si tratta di persone frutto di vari incroci tra la popolazione di oriente e di occidente. Nei maschi sono stati trovati cromosomi riscontrabili solo nelle popolazioni dell’Europa Settentrionale e Orientale, come nella Siberia russa.
Le stranezze non finiscono qui…
Ci sono altri fatti che non quadrano nelle Tombe di Xiaohe, ci informano gli studiosi, gli archeologi hanno setacciato centinaia di chilometri nel raggio di tutto il complesso delle tombe, senza riuscire a trovare un minimo elemento che possa riguardare le persone di Xiaohe e il loro stile di vita.
Un antico popolo, che ha provveduto a seppellire questi morti, sembrerebbe arrivare da molto lontano, portando seco usi e costumi che hanno tramandato alle nuove generazioni, nate durante la migrazione, ma chi erano, perché lasciarono i loro luoghi natii? E i nostri pensieri rincorrono tutte i collegamenti contenuti nel libro Il meteorite Iperboreo e le leggende finlandesi.
Fonti:
– https://it.m.wikipedia.org/wiki/Complesso_delle_tombe_Xiaohe
– https://www.sciencedaily.com/releases/2014/01/140126134643.htm