Zilong Li e Cosimo Bambi, due ricercatori della Fudan University di Shanghai, hanno proposto un’ipotesi molto affascinante: i buchi neri supermassicci, al centro delle normali galassie, inclusa la nostra Via Lattea, potrebbero in realtà essere buchi neri. Hanno scritto un documento, caricato su arXiv, descrivendo la loro idea e come ciò che hanno immaginato potrebbe essere dimostrato corretto (o sbagliato) da un nuovo strumento che sarà presto disponibile presso l’Osservatorio Spaziale Europeo in Cile.
I wormhole, anche se non è ancora dimostrata la loro esistenza, sono teorizzati come canali, o scorciatoie, tra parti diverse dell’universo o persino due universi diversi in un modello Multiverso. I wormhole sono composti da due bocche, che potrebbero essere buchi neri, collegati tra loro da una gola. La possibilità della loro esistenza fu persino suggerita da Einstein e la sua teoria della relatività generale predice matematicamente la loro esistenza.
Nel 1974, gli scienziati scoprirono Sagittario A * (SgrA ∗) – una fonte luminosa di onde radio che emetteva da un punto che sembrava essere vicino al centro della Via Lattea. Il successivo studio dell’oggetto ha portato gli scienziati a credere che sia un buco nero – il comportamento delle stelle vicine, ad esempio, suggeriva che è qualcosa di massiccio ed estremamente denso.
Sebbene non possiamo osservare direttamente un buco nero poiché la luce non è in grado di uscire, questi possono essere rilevati con altri mezzi. Ad esempio, le osservazioni di SgrA * rivelano il plasma in orbita vicino all’orizzonte degli eventi. Se SgrA * è un wormhole, anche in questo caso ci aspetteremmo di vedere le particelle di plasma in orbita, tuttavia dovrebbero differire nell’aspetto poiché si prevede che i wormhole siano più piccoli dei buchi neri supermassicci.
Inoltre, i wormhole potrebbero aiutare a spiegare l’enigma che persino le giovani galassie sono dotate di oggetti di quelli che oggi si ritiene siano buchi neri supermassicci. Questi buchi neri dovrebbero impiegare molto tempo per raggiungere tali dimensioni; quindi, teoricamente, non dovrebbero e non possono esistere in nuove galassie, secondo gli autori di questo documento, invece i wormhole potrebbero teoricamente apparire in maniera relativamente rapida.
A rendere più eccitante l’ipotesi dei due ricercatori è lo strumento che presto verrà installato, noto come GRAVITY che verrà aggiunto all’Osservatorio Spaziale Europeo in Cile, e che offrirà ai ricercatori una visione senza precedenti di SgrA ∗ (e altri buchi neri). Uno dei principali obiettivi di GRAVITY è capire se il Centro Galattico ospita un buco nero di quattro milioni di masse solari. Tuttavia, dovrebbe anche essere in grado di rivelare se la teoria del wormhole è corretta perché il plasma in orbita avrà un aspetto enormemente diverso a seconda che l’oggetto è un wormhole o un buco nero poiché i wormhole dovrebbero avere sfere di cattura dei fotoni molto più piccole.
Tra solo un paio d’anni e se si rivelerà corretta, gli scienziati dovranno fare una seria rivalutazione dei wormhole e di come possono adattarsi alle attuali teorie che descrivono l’universo.
Per ora, dovremo attendere pazientemente fino all’ottenimento di tali dati. Tuttavia, se queste previsioni sono corrette, rappresenterebbero sicuramente una scoperta importante ed estremamente eccitante.
Fonte:
https://phys.org/news/2014-05-pair-black-holes-center-galaxies.html