Il professor Joseph Davidovits ha annunciato ufficialmente che i monumenti di Tiahuanaco sono realizzati con pietre artificiali in un discorso pronunciato al Geopolymer Camp 2018 dal titolo: Programma di ricerca congiunto condotto dall’Istituto dei geopolimeri e l’Università Cattolica San Pablo, Arequipa, Perù, primi risultati scientifici sui monumenti megalitici di Tiahuanaco / Pumapunku (Tiwanaku), Bolivia.
Tiahuanaco sorge sulle sponde del lago Titicaca in Bolivia ed è noto in tutto il mondo per la sua misteriosa Puerta del Sol, per le rovine di templi, per la maestosa piramide e per i giganteschi blocchi di arenaria rossa.
Poco distante, sorge il sito di Pumapunku con le sue enigmatiche rovine: giganteschi blocchi dalle forme complesse, scolpiti con una precisione millimetrica che ha dell’incredibile ancora oggi.
Stupisce la piattaforma in cima alla piramide a 4 gradini di Pumapunku composta da 4 piatti megalitici di arenaria rossa, del peso di 130-180 tonnellate ciascuno, il più grande tra i monumenti del Nuovo Mondo.
Inizia la ricerca
Nel novembre 2017, il team di scienziati ha raccolto campioni prelevati dalla pietra arenaria rossa e andesina del sito di Pumapunku.
Queste pietre analizzate per la prima volta con un microscopio elettronico e comparate con le risorse geologiche locali, hanno portato gli studiosi a conclusioni che hanno dell’incredibile.
I risultati
I primi risultati di questa ricerca sono stati recentemente pubblicati nelle principali riviste scientifiche internazionali.
Le pietre sono artificiali e sono state formate come cemento, ma non si tratta di un cemento moderno, è un cemento geologico naturale ottenuto tramite geosintesi.
Questi processi non sono difficili da padroneggiare, ci spiegano i ricercatori. È un’estensione della conoscenza degli abitanti di Tiahuanaco in materia di ceramiche, leganti minerali, pigmenti e, soprattutto, della conoscenza del loro ambiente.
Hanno preso roccia naturalmente friabile ed erosa, come l’arenaria rossa dalla vicina montagna, da un lato, e dall’altro, il tufo non consolidato dal vicino vulcano Cerro Kapia in Perù, per formare l’andesite.
La stessa argilla rossa che a Tiahuanaco veniva usata per le ceramiche, più sali di carbonato di sodio dalla Laguna Cachinel deserto dell’Altipiano a sud, ed ecco formata un’arenaria rossa.
Per l’andesite grigia, hanno inventato un legante organo-minerale a base di acidi organici naturali estratti da piante locali e altri reagenti naturali.
Questo cemento è stato poi versato in stampi di varie forme, anche in legno, e lasciato indurire per alcuni mesi.
Senza una conoscenza approfondita della chimica dei geopolimeri, che studia la formazione di queste rocce mediante la geosintesi, è difficile riconoscere la natura artificiale delle pietre, sostiene il principale promotore della ricerca, il professor Joseph Davidovits.
Conferma delle leggende locali
Infine, questa scoperta scientifica conferma le leggende locali che dicono: Le pietre erano fatte con estratti di piante capaci di ammorbidire la pietra.
Questa spiegazione è sempre stata respinta dagli archeologi perché non aveva senso.
Le prove fornite dal team di scienziati dalla Francia e dal Perù dimostrano che la tradizione orale era corretta: hanno creato pietre morbide che in seguito indurivano assumendo la forma desiderata, proprio come facciamo noi ora con il cemento.
I Tiahuanaco erano intelligenti o ben guidati, sapevano perfettamente ciò che li circondava e sapevano come sfruttare le risorse che li circondavano.
Ci viene spontaneo pensare che queste conoscenze potrebbero essere state utilizzate anche altrove.
Conosciamo molte civiltà antiche che padroneggiavano l’arte della ceramica e avevano sicuramente un’ottima conoscenza dell’ambiente naturale.
Fonte:
www.davidovits.info/ultimate-proofs-tiwanaku-pumapunku-megaliths-are-artificial-geopolymers/