Possiamo immaginare che le lunghe notti trascorse, spesso all’aperto sotto un cielo buio e incontaminato, scatenassero, nei nostri progenitori, fantasie e timori, popolando la volta stellata di figure fantastiche, o riproducendo sopra esso drammi quotidiani.
L’astronomia è stata sicuramente la prima scienza che ha permesso all’uomo, fin dagli arbori della civiltà, di scandire il tempo e, anche se l’uomo preistorico non aveva a disposizione strumenti per misurare il tempo, ci hanno lasciato strutture che ci indicano inequivocabilmente che conoscevano molto più di quanto ci saremmo aspettati.
Metodi per determinare il calendario
L’unico modo che aveva l’uomo per determinare la durata dell’anno, oltre l’osservazione di eventi naturali che si ripetono ma purtroppo non in modo preciso, come la caduta autunnale delle foglie, le ondate migratorie o la fase di letargo di alcuni animali, era sicuramente quello di affidarsi al cielo.
Levata del Sole
La levata del sole, cioè il momento in cui il sole appare all’orizzonte dopo la notte, segue un moto apparente che, probabilmente, agli occhi di un uomo neolitico appariva come reale. Osservare questo moto apparente era sicuramente il sistema più semplice e perfettamente alla portata dell’uomo Neolitico.
Immaginiamo di seguire il moto apparente del Sole dal solstizio invernale.
Il Sole nel giorno del solstizio invernale sorgerà in un punto verso sud-est (a destra nella figura), descriverà un arco molto basso e tramonterà a sud-ovest.
Successivamente, il punto di levata si sposterà verso est (verso sinistra), fino a quando, all’equinozio di primavera, la nostra stella sorgerà esattamente a Est.
In seguito il punto di levata proseguirà verso nord (ancora a sinistra), fino ad arrivare al limite estremo del solstizio d’estate, al di là del quale il Sole non andrà mai, anzi da quel momento invertirà il moto del punto di levata che ora inizierà a spostarsi verso sud (verso destra).
Il Sole sorgerà di nuovo ad Est nell’altro equinozio, quello d’autunno.
Continuando il suo spostamento verso sud (verso destra), giorno dopo giorno il punto di levata ritornerà a sorgere nell’estremo verso sud-est. Anche questo estremo non potrà mai essere superato.
A questo punto è passato esattamente un anno.
Quindi un ipotetico osservatore del Neolitico poteva osservare sempre dalla stessa posizione, segnata sul terreno con un palo, utilizzare altri due come mire, in corrispondenza dei due estremi raggiunti dal punto di levata del Sole nei Solstizi.
In questo modo poteva calcolare dopo quanti giorni il sole tornava alla stessa posizione, in pratica era in grado di determinare la durata dell’anno.
Inoltre una serie di pali a distanza regolare, avrebbero consentito di suddividere l’anno in ulteriori parti più piccole.
Ben presto, probabilmente i pali di legno piantati per seguire il moto del Sole, si trasformarono in pietre erette (menhir), in camere di pietra, in tumuli e in complessi sempre più grandiosi.
Ecco che tutto assume un nuovo aspetto se studiato alla luce delle connessioni astronomiche.
Levata eliaca di una Stella
Il metodo dell’osservazione del Sole è il più semplice, però il nostro ipotetico progenitore avrebbe potuto avere altri metodi per determinare la data.
Un metodo, molto adottato dagli Egizi, fu la Levata Eliaca di una stella, nel loro caso questa era Sirio, ma è possibile farlo con qualsiasi stella.
Si dice che una stella è in levata eliaca se sorge subito prima del Sole: la si vede sorgere, la si riconosce, ma dopo poco tempo la stella sparisce alla nostra vista, immersa nella luce accecante del Sole nascente.
Una stella è in levata eliaca in un giorno ben preciso dell’anno.
Dunque, il nostro progenitore, per determinare la durata dell’anno, non doveva fare altro che contare il numero di giorni che passavano tra due levate eliache successive della stessa stella.
Tramonto eliaco di una stella
Lo stesso metodo poteva essere utilizzato per il tramonto eliaco. Una stella è in tramonto eliaco, quando tramonta subito dopo il Sole: si fa appena in tempo a riconoscerla, nella luce ancora intensa del sole da poco scomparso dietro l’orizzonte, ma nel giro di pochi minuti scende anch’essa sotto l’orizzonte, proprio come fa il nostro Sole.
Articolo tratta liberamente da Cieli perduti di Guido Cossard