Quando si leggono storie antiche di tutto il mondo non si può fare a meno di notare analogie sorprendenti. Alcuni sono talmente evidenti che ci vuole uno grosso sforzo mentale per ignorarle.
Un esempio è quello della tribù di nativi americani e le loro storie sugli “Uomini Formica”.
Gli indiani Hopi, definiti dalle altre tribù di nativi americani come “il più antico dei popoli“, hanno vissuto nell’alto deserto del nord dell’Arizona per migliaia di anni. Questo paesaggio arido ma bellissimo era il luogo in cui gli dei Hopi li avevano guidati per costruire i loro villaggi, i pueblos, interamente scavati nella roccia. Qui gli Hopi sono riusciti a vivere semplicemente, coltivando mais, fagioli e zucca con pochissime piogge e quasi senza irrigazione.
Una delle leggende Hopi più intriganti riguarda le formiche che hanno svolto un ruolo cruciale per la sopravvivenza degli Hopi per ben tre volte.
I quattro mondi
Secondo la mitologia Hopi, all’inizio del tempo, Taoiwa, il Creatore, creò Sotuknang, suo nipote, dandogli il compito di creare nove universi o mondi. In una concezione ciclica del tempo, in maniera simile alla mitologia azteca, questi mondi dovevano succedersi ciclicamente.
I primi tre di questi mondi, Tokpela, Tokpa e Kuskurza, già sono stati creati e distrutti a causa della corruzione e della malvagità degli uomini. Gli Hopi raccontano che alla fine di ogni mondo gli dèi ritornano e l’approssimarsi del nuovo mondo e annunciato dalla comparsa della Stella Blu Kachina, il segno del ‘Giorno della Purificazione’, in cui il vecchio mondo viene distrutto e ne comincia uno nuovo.
Il cosiddetto ‘Primo Mondo’ (Tokpela) è stato distrutto da un incendio di proporzioni globali, forse qualche fenomeno vulcanico immenso, oppure l’impatto con un asteroide o, ancora, un’espulsione di massa coronale dal Sole di dimensioni catastrofiche.
In questo primo mondo gli uomini vivevano semplicemente con gli animali.
Il ‘Secondo Mondo’ (Tokpa), invece, fu distrutto dal freddo. Probabilmente, uno spostamento dei poli ha innescato una Era Glaciale che ha distrutto la vita sul pianeta Terra.
Nel secondo mondo gli uomini realizzavano oggetti, case e villaggi.
Il ‘Terzo Mondo’ (Kuskurza) fu distrutto dall’acqua, una grande inondazione che si abbatté sulla Terra.
Nel terzo mondo gli uomini hanno creato grandi città e nazioni: intere civiltà.
Oggi siamo nel quarto mondo.
Durante questi cataclismi globali, i membri virtuosi della tribù Hopi furono guidati durante il giorno da una nuvola dalla forma strana e di notte da una stella che li portò al dio del cielo di nome Sotuknang, che infine li portò dagli Uomini Formica – in Hopi, Anu Sinom. Quindi gli Uomini Formica scortarono gli Hopi nelle grotte sotterranee dove trovarono rifugio e sostentamento.
Quando fu sicuro tornare in superficie e dopo che Sotuknang aveva creato il mondo successivo, gli Uomini Formica accompagnarono gli uomini in superficie e nel corso del tempo gli insegnarono tante cose come ad esempio la costruzione di abitazioni incredibilmente complesse.
Le strutture che costruirono gli Hopi comprendevano anche delle Kiva, le rotonde sale cerimoniali semi-sotterranee che venivano raggiunte tramite scale dall’alto. È una coincidenza che la parola sanscrita ki significa “formicaio” e va significa “dimora”.
In questa leggenda, gli Uomini Formica sono descritti come generosi e laboriosi, danno cibo agli Hopi quando le scorte scarseggiano e insegnano loro i metodi per la conservazione del cibo. In realtà, un’altra leggenda dice che il motivo per cui le formiche hanno una vita così sottile oggi è perché una volta si erano privati delle provviste per alimentare gli Hopi.
Anche la costellazione di Orione ha una vita sottile. Quando Orione domina il cielo invernale, le formiche vivono in profondità nelle loro piccole colline sotterranee. Ogni febbraio all’interno dei loro kiva gli Hopi eseguono la cerimonia della germinazione dei fagioli, o danza del fagiolo, chiamata Powamu. Durante questo evento i fuochi vengono continuamente tenuti accesi, trasformando queste strutture in luoghi olto caldi. Il rituale commemora un’epoca in cui Anu Sinom insegnarono agli Hopi come far germogliare fagioli all’interno delle caverne per sopravvivere.
E gli Anunnaki?
È interessante notare che il dio del cielo babilonese si chiamava Anu. Anche la parola Hopi per “formica” è anu, e la parola Hopi naki significa “amici”. Quindi, Anu-Naki si traduce in “amici formica” in Hopi. In entrambe le lingue, stanno descrivendo esseri estranei, ma gli Hopi affermano che queste persone formiche provenivano da sottoterra.
Gli ‘uomini formica’ degli Hopi potrebbero essere gli stessi Anunnaki dei Sumeri? Se così fosse, due mitologie così distanti nel tempo e nello spazio potrebbero essere il ricordo ancestrale di un evento unico avvenuto sul nostro pianeta?
I seguaci della teoria degli antichi astronauti spesso ipotizzano che esseri extraterrestri possano svolgere un ruolo nell’aiutare gli umani a superare le imminenti catastrofi future. Nel caso delle leggende Hopi, sembra che abbiano fatto proprio questo. Può essere che gli Uomini Formica torneranno dalle profondità della Terra quando ne avremo bisogno bisogno?