Il diluvio, ci è stato insegnato, è la storia mitologica di una grande inondazione mandata da una divinità per distruggere la civiltà, un atto di punizione divina.
Sicuramente tra tutte le leggende tramandate in varie parti del mondo, quella di un’immane catastrofe mondiale, sotto forma di inondazioni, piogge incessanti e altri cataclismi, non solo è la più ricorrente nei quattro angoli del globo, ma anche la più affascinante, seppur nel suo aspetto più catastrofico e tremendo.
Cambiano gli attori, ma l’evento è sempre presente, come se una grossa tragedia avesse colpito l’intera Umanità, lasciando un segno indelebile in tutte le culture.
I nostri progenitori, forse, seppero spiegare solo con “il volere divino” i repentini cambiamenti del clima e le spaventose catastrofi che improvvisamente colpirono la propria terra.
Non possiamo non tenere conto, leggendo i miti, delle recenti scoperte scientifiche, dei ritrovamenti in Siberia di cuccioli di leone, tipici della savana, di mammut congelati istantaneamente con erba tra i denti e nello stomaco, o degli antichissimi insediamenti urbani, tracce di una civiltà dimenticata, che con l’aumento dei livelli del mare si trovò a fuggire repentinamente dalle loro città sacre.
E che dire delle tracce di erosione da pioggia sulla SFINGE evidenziate da Robert Schoch?
Qualcosa è sicuramente accaduto in un lontano passato, partendo dai miti, con l’aiuto della scienza successivamente, si potrebbe tentare di ricostruirlo.
Il tema è presente in molte culture, anche se probabilmente le più conosciute oggi sono il racconto biblico dell’Arca di Noè, la storia di Deucalione nella mitologia greca e Utnapishtim contenuta nell’Epopea di Gilgamesh della mitologia babilonese, ma andando a cercare tra i vari miti nel mondo, rimarremo sorpresi nel trovare tracce di questa antica storia un po’ ovunque.
Ritengo non necessario ricordare la storia dell’Arca di Noè, narrata nella BIBBIA.
Grecia
In GRECIA troviamo un paio di versioni della storia di “Deucalione e Pirra”, due anziani coniugi senza figli, scelti per salvarsi dal diluvio che sarebbe caduto sulla terra e quindi per far rinascere l’umanità.
▪ Secondo la versione di Igino Astronomo nelle “Fabulae” i due coniugi hanno, come premio per la loro virtù, diritto a un desiderio, ed essi chiedono di avere con loro altre persone; Zeus consiglia allora ai due superstiti di gettare pietre dietro la loro schiena, e queste non appena toccano terra si mutano in persone, in uomini quelle scagliate da Deucalione, in donne quelle scagliate da Pirra.
▪ Invece secondo il racconto di Ovidio nelle Metamorfosi, l’idea di gettare pietre arriva da una profezia dell’oracolo di Temi, che indica ai due di lanciare dietro di loro ”le ossa della loro madre” ossia i sassi della Madre Terra, ma l’epilogo è il medesimo, rinasce l’Umanità.
Mesopotamia
In Mesopotamia sono state rinvenuti vari testi originali in lingua sumerica, accadica e assira redatti con caratteri cuneiformi su tavolette che parlano del diluvio.
Ricordiamo Atraḫasis scritta in accadico (la lingua dell’antica Babilonia), oppure la leggenda di Ziusudra, scritta in sumero e ritrovata nei frammenti di una tavoletta di Eridu, inoltre è contenuta anche nell’Epopea babilonese di Gilgamesh.
In tutti questi miti Ziusudra (o Utanapištim in accadico) riesce a salvarsi costruendo un’arca dopo che il dio Enki gli ha rivelato in segreto l’arrivo della catastrofe.
In questo articolo la storia della scoperta e traduzione della tavoletta dell’Atraḫasis,
Corano
Il Corano racconta una storia simile a quella ebraico-cristiana del diluvio della Genesi, la maggiore differenza è che uno dei quattro figli Noè e sua moglie rifiutarono di entrare nell’arca pensando di poter affrontare il diluvio da soli. L’arca coranica si posò poi, finito il diluvio, sul monte Judi, tradizionalmente identificato con una montagna vicino Mossul nell’odierno Iraq.
India
In INDIA il mito del diluvio lo troviamo in due versioni:
▪ In Śatapatha Brāhmaṇa Manu incontra un pesce mitico, Matsya, nell’acqua che gli era stata portata per lavarsi. Esso gli promette di salvarlo se egli, a sua volta, lo salverà. Manu conserva il pesce in un vaso, poi lo porta al mare. Si costruisce un battello e, nell’anno predetto dal pesce, arriva il diluvio. Matsya nuota verso il battello di Manu e aggancia il suo corno all’imbarcazione conducendola fino alla montagna del nord. Manu è l’unico essere umano sopravvissuto. Pratica l’ascesi e compie un sacrificio dal quale, dopo un anno, nasce una femmina e da lei “egli procreò questa posterità, che è la posterità di Manu” (op. cit.)
▪ Nella versione riportata nel Bhagavatapurana il diluvio sopraggiunge durante il sonno di Brahma. Anche in questa versione la rivelazione degli eventi spetta ad un pesce mitico, che in realtà è l’avatar di Visnù, che successivamente diventerà lungo un milione di miglia. Per miracolo l’Arca della Salvezza è concessa al re e al capo dei sacerdoti.
Malesia
Secondo la leggenda dei Temuan, una delle 18 tribù indigene della penisola della Malesia, il celau (tempesta della punizione) è causato dagli uomini che fanno arrabbiare gli dei e gli antenati così tanto da inviare un’alluvione per punizione. Solo due persone della tribù Temuan, Mamak e Inak Bungsuk, sopravvissero al diluvio scalando un albero sulla Gunung Raja (Montagna Reale), che divenne il luogo di nascita e la casa ancestrale della tribù Temuan.
Aborigeni Australiani
Secondo alcuni aborigeni australiani, durante l’era dei sogni una grande rana bevve tutta l’acqua del mondo e fece iniziare una grande siccità. L’unico modo per far terminare la siccità era quella di far ridere la rana. Ci provarono gli animali da tutta l’Australia.
Ci riuscì solo l’anguilla. La rana apri lentamente gli occhi, il suo gigantesco corpo tremò, la sua faccia si rilassò, e, alla fine, scoppiò in una risata che risuonò come un tuono, e l’acqua uscì dalla sua bocca creando una enorme inondazione che riempì tutti i fiumi e coprì la terra.
Solo le montagne più alte erano visibili, come isole in mezzo al mare. Molti uomini e animali annegarono. I pellicani all’epoca erano completamente neri e dipinsero sé stessi con argilla bianca e passarono da isola in isola in una grande canoa, a salvare altri animali neri. Da quei tempi, il pellicano è bianco e nero in ricordo della grande alluvione.
Maori
Secondo una tribù Maori della costa est della nuova Zelanda, Ruatapu si arrabbiò molto quando suo padre Uenuku elevò il suo fratello minore Kahutia-te-rangi di fronte a lui. Ruatapu invitò Kahutia-te-rangi e un grande numero di giovani di alto rango nella sua canoa e li portò in mare dove li annegò. Egli chiamò gli dei del mare e li inviò a distruggere la terra con un’inondazione. Mentre lottava per non annegare, Kahutia-te-rangi invocò delle balene per portarlo in salvo. Di conseguenza, egli fu rinominato Paikea (balena), e fu l’unico sopravvissuto del diluvio.
Tahiti
Nella leggenda presente a Tahiti non viene data nessuna ragione alla tragedia, ma si sa solo che l’intera isola affondò sotto l’oceano ad eccezione del monte Pitohiti. Una coppia di umani riuscì a fuggire lì con i loro animali e sopravvissero.
Hawaii
Nelle Hawaii, una coppia umana, Nu’u e Lili-noe, sopravvissero ad una inondazione sulla cima del Mauna Kea. Nu’u fece sacrifici alla luna, al quale aveva erroneamente attribuito la sua salvezza.
Kane, il dio creatore, discese sulla terra su di un arcobaleno, e spiegò a Nu’u il suo errore, e accettò il suo sacrificio.
Mi’Kmaq (Nativi Americani)
I Mi’kmaq sono una popolazione nativa americana del nord del Canada e nella loro mitologia il male e la cattiveria tra gli uomini crebbero al punto di uccidersi tra di loro.
Questo causò un grande dispiacere al dio-creatore-sole, che pianse lacrime che divennero pioggia, sufficienti a creare un diluvio.
Le persone tentarono di salvarsi viaggiando su canoe di corteccia, ma solo un uomo vecchio e una donna sopravvissero e popolarono la terra.
Caddo (Nativi Americani)
I Caddo sono una tribù stanziata in Texas orientale, Louisiana, Arkansas e Oklahoma.
Nella mitologia Caddo, quattro mostri crebbero in altezza e potenza fino a che non raggiunsero il cielo.
A quel tempo, un uomo udì una voce che gli ordinò di piantare una canna vuota. Egli così fece, e la canna crebbe alta molto in fretta.
L’uomo entrò nella pianta con sua moglie e una coppia di tutti gli animali buoni. Le acque si alzarono, e coprirono tutto tranne la cima della canna e le teste dei mostri.
Una tartaruga quindi uccise i mostri, le acque si placarono e i venti asciugarono la terra.
Hopi (Nativi Americani)
Nella mitologia Hopi, le persone disobbedirono molte volte al loro creatore Sotuknang.
Egli distrusse il mondo la prima volta col fuoco, poi col gelo, e lo ricreò entrambe le volte per le persone che ancora seguivano le sue leggi, che sopravvissero nascondendosi sottoterra.
Quando le persone divennero corrotte e bellicose per la terza volta. Sotuknang li portò dalla Donna Ragno, ed ella tagliò canne giganti e riparò le persone nelle cavità dei gambi.
Sotuknang, quindi causò una grande inondazione, le persone galleggiarono sulle acque nelle loro canne, finché le acque si ritirarono e le canne si posarono a terra.
Fonti: web, wikipedia