Come ho già avuto modo di evidenziare nel caso della duplice immagine di Alessandro Magno nel tempio di Luxor, le immagini egizie si interfacciano e si integrano con le didascalie geroglifiche che spiegano le immagini stesse. Come ha più volte sottolineato Giuseppe Fontanarosa, questa integrazione compare, logicamente, anche con le cosiddette “Lampade” di Denderah.
Questo studio “entry level” mostra, infatti, la piena correlazione tra alcune parti del testo delle colonne geroglifiche sovrastanti le “Lampade” e le “Lampade” stesse.
Per meglio apprezzare alcuni elementi delle immagini delle “lampade” ho cancellato le due immagini dell’involucro con il serpente all’interno, la cui silhouette, tuttavia, risulta ancora visibile.
I singoli riquadri colorati di alcuni punti delle colonne di testo geroglifico si correlano alle sottostanti immagini.
Riquadro azzurro
gli Aqediu, Marinai, Equipaggio correlati alle due figure sottostanti, presenti all’interno delle barche.
Riquadro verde
il dio Heh, con il determinativo plurale, identifica il dio dei miliardi di anni, correlato alla figura posta sopra la struttura a zattera che ingloba la prua della barca Sektet.
Riquadro rosso
la barca Sektet o barca della sera, correlata alla sottostante barca, di cui osserviamo la poppa, a sinistra, con il bocciolo di loto, e la prua, a destra, inglobata dalla struttura a zattera, estremamente frequente nelle raffigurazioni dell’Amduat e non solo.
Riquadro viola
la città di Denderah, sede del tempio in cui sono state rinvenute le “lampade”.
Riquadro grigio
la barca Madet o barca del mattino, talora definita anche, in alcuni testi, Mantchit. In quest’ultimo caso risulta ben evidente l’immagine a zattera che ingloba la prua del natante.
Quindi le cosiddette “lampade” sono strettamente associate alle barche solari del dio Ra, la Madet o Barca del Mattino, più spesso presente, e la Sektet o Barca della Sera.
Altro elemento associato era la presenza del termine Qedtiu, Marinai, Equipaggio.
Come possiamo vedere nella Figura 1, tale assetto è perfettamente presente anche nell’altra immagine che ci giunge dalla Cripta nr. 4 del tempio di Denderah, dove vediamo, nel riquadro blu 3 componenti dell’Equipaggio, e, nel riquadro rosso, dal profilo della barca Madet.
Tuttavia, inequivocabili conferme della realtà di queste barche solari, associate, molto spesso, alla barca Madet, ci viene da altri locali del tempio di Denderah, in 3 immagini, che ho posto in collage fra loro, da altri locali del tempio di Denderah, che possiamo vedere nella Figura 2.
Quella centrale ci giunge dalla Cripta nr. 4, le due ai lati provengono dalla Camera V. Come si può vedere, la barca chiaramente raffigurata in basso è sempre la Madet, connessa con il Loto, visibile nella locuzione in celeste.
Le tre frecce orizzontali, mostrano che, in tutte e 3 le immagini, la coda del serpente risulta qui staccata dal Loto. I geroglifici del riquadro rosso delle due immagini ai lati affermano, in piena sintonia con le immagini:
“Dentro la parte interna il loto nel luogo (preciso) della barca Madet.
La parte centrale, più esplicativa, mostra nei geroglifici del riquadro verde, riferiti al dio che tiene, con entrambe le mani, il gambo del Loto:
“Parole dette da Horus unificatore delle 2 Terre, grande dio che sta a (nel centro di) Denderah”.
Nel riquadro rosso abbiamo, invece, i geroglifici, riferiti al serpente posto in verticale, posto sopra il Loto:
“Parole dette da Horus unificatore delle 2 Terre, grande dio che sta a (nel centro di) Denderah. L’anima vivente del serpente (sta) dentro la barca Madet.”
Il serpente, posto in verticale e staccato dal bocciolo di Loto era inteso come Ba Ankh, Anima vivente del dio Hor Sema Ta-wy, Horus Unificatore delle 2 Terre, appellato Harsomtus dalle fonti ellenistiche. Esso compariva sempre al centro della Barca Madet, la Barca del Mattino, usata, insieme alla Sektet o Barca della sera, dal dio Ra, nei suoi viaggi celesti. Ma, nei 2 locali considerati, non vi erano riferimenti al cielo. Ma a Denderah non mancano di certo riferimenti astronomici, presenti con i 2 Zodiaci (Rettangolare e Circolare) e con le iscrizioni della stanza N.
Se osserviamo la Figura 1 notiamo come, nello zodiaco rettangolare, in basso a sinistra (all’interno del riquadro rosso) in prossimità del disco solare che sorge dall’utero della dea Nut, vi sia proprio la figura del serpente in verticale, Anima Vivente di Harsomtus collocato su di una barca che ha la prua verso sinistra (come avveniva spesso nella Cripta delle Lampade) e che risulta posta in cielo.
Se ci spostiamo verso destra notiamo (all’interno del riquadro rosso) la presenza di 2 Decani, corrispondenti a Khent Her ed a Khent Kher, collocati, (come ho dettagliatamente descritto in Stargate, il cielo degli Egizi e La Porta degli dei: Stargate 2), in pieno accordo con tutte le altre raffigurazioni astronomiche che ci giungono dai soffitti delle tombe faraoniche e da templi, sotto la nostra costellazione dell’Ariete, nel pressi della testa di Cetus/Balena.
Le figure antropomorfe, abbinate a questi 2 Decani, sono poste entrambe sopra il bocciolo di Loto e raffigurano proprio Harsomtus, Horus Unificatore delle 2 Terre. Lo stesso accade nello zodiaco circolare (dentro il riquadro blu) che mostra nuovamente il dio Horus Unificatore delle 2 Terre, seduto sul bocciolo di Loto sotto l’attuale costellazione dell’Ariete, in corrispondenza del Decano Khent Kher.
D’altro canto, se osserviamo la Figura 2, proveniente dalla stanza N, troviamo che, sul lato sinistro della porta di accesso alla stanza, vi sono solo 4 Decani, rappresentati da figure zoo ed antropomorfe, rivolte verso destra. Essi sono Khent Her, Hor Tep Nefer, probabile ipostasi di Her Ib Khent, Khent Kher e Sa Kod. Essi risultano collocati nelle immediate adiacenze del Disco alato, tipico emblema della divinità egizia (visibile a sinistra). Dal lato destro della porta della stanza N vi erano, invece raffigurati soltanto 13 Decani su di un totale di virtuale di 36. Nella parete opposta della stanza vi erano rappresentati, invece, i 36 Decani classici, tutti rivolti verso sinistra.
Questi 4 Decani appaiono così, strettamente legati alla divinità, in perfetta armonia, peraltro, con tutte le altre raffigurazioni astronomiche egizie trovate. Evidentemente, questo particolare luogo del cielo era inequivocabilmente correlato agli Dei, dagli stessi egizi. Proviamo a chiederci perché.
…eccellente disamina del…Dott.Massimo BARBETTA…
D’altro canto, se osserviamo la Figura 2, proveniente dalla stanza N, troviamo che, sul lato sinistro della porta di accesso alla stanza, vi sono solo 4 Decani, rappresentati da figure zoo ed antropomorfe, rivolte verso destra. Essi sono Khent Her, Hor Tep Nefer, probabile ipostasi di Her Ib Khent, Khent Kher e Sa Kod. Essi risultano collocati nelle immediate adiacenze del Disco alato, tipico emblema della divinità egizia (visibile a sinistra).
Quella divinita´ Egizia : Il pianeta alato. Potrebbe indicare il 12 Pianeta Marduk = Nibiru visibile all orizonte ogni tanti millenni 3,6. Se uno Shar e´ di 3600 anni nostri e´ il tempo che impiega il pianeta a girare 1 volta attorno al sole. Dato che si allontana nello spazio 2 o 3 volte piu´ lontano di plutone non lo abbiamo ancora scoperto. Plutone lo abbiamo scoperto nel 1930 nemmeno 100 anni fa´ .
l’emblema del disco alato per gli egizi era simbolo della divinita’. nel sarcofago del sacerdote hornedjitef, chiamato in greco harendotes, tale simbolo e’ collegato alla stessa regione celeste presente in questa parte del tempio di denderah. lo spazio celeste ad est di Orione nella regione posta sud del Toro e dell’Ariete. Attenzione a non connettere con eccessiva disinvoltura disegni e concetti egizi con quelli babilonesi. Sulla problematica e diffusa identificzione, fatta da Sitchin, di Marduk con un pianeta dalle molteplici e specifiche caratteristiche, dico che la questione e’ molto articolata e meno semplice di quello che potrebbe sembrare.